21/03/2018
Giangingiorgiolo stava andando dal cugino e portargli una torta per il suo compleanno.
Arrivato a casa sentì dal telegiornale una notizia che lo lasciò senza parole: le torri "Gemelle" erano state rase al suolo. Ne fu sconvolto, perché sua madre lavorava in uno di quei palazzi e quindi si allarmò.
Dopo poco provò ripetutamente a chiamare al telefona la madre ma senza avere successo.
Il giorno seguente Giangingiorgiolo prese subito un volo per New York e si recò dalla polizia. Dopo 12 giorni di ricerca non la trovarono ma nella sua casa in affitto fu ritrovato il cellulare con un messaggio scritto ad un amico a cui chiedeva aiuto perché la sua casa era inagibile e aveva perso il lavoro.
Dopo tre giorni di ricerca trovarono la madre a casa di quell’amico, con un cagnolino. A un certo punto il cagnolino iniziò a correre, tutti lo seguirono e videro che li portò all’ aeroporto dove si accorsero che mancava un aereo militare.
Lo trovarono poi in una pista d’ atterraggio abbandonata a pochi chilometri dal centro di New York. Successivamente alla famiglia di Giangingiorgiolo arrivò una lettera dalla Casa Bianca, dove c’era scritto che erano stati invitati dal Presidente ad una festa. Lo stesso giorno Giangingiorgiolo sentì al telegiornale che chi aveva distrutto le torri “Gemelle” aveva una cicatrice sul lato sinistro del collo.
Alla festa un cameriere offrì del vino bianco e Giangingiorgiolo vide sul lato sinistro del collo proprio una cicatrice e iniziò ad inseguirlo. Dopo pochi metri si lanciò su di lui con un coltello in mano; il criminale ormai a terra disse: “l’ ho dovuto fare”.
Subito dopo lo portarono alla centrale di polizia dove lo interrogarono, dichiarando solo che lavorava per la Russia. Quindi fu incarcerato prima del processo.
Il giorno stesso Andrea si avvelenò prima di andare a dormire. Fu così che si scoprì chi era stato a distruggere le torri “Gemelle”.
Però non si scoprì chi avesse mandato Andrea a fare quel gesto…