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I MANIGOLDI PAGLIACCI

07/10/2009



La notte del 25 marzo, in una banca, al centro di Milano, è messa in atto una rapina. Un banchiere, che abitava di frotne, attiva l’allarme silenzioso. E i “manigoldi” scappano su di un furgone nero. Nel frattempo arriva la polizia e li insegue, però, sfortunatamente, il furgone li semina e lungo la strada trovano un piccolo rifugio, si accampano e si godono il bottino.
Il mattino dopo, la polizia fa le indagini ma non riesce a trovare prove sui rapinatori , allora viene chiamato il detective Conan, a cui è assegnato il caso. I rapinatori erano in quattro, tre uomini e una donna. Portavano tutti il passamontagna di color nero, giubbotto antiproiettili con tanto di armi. Il detective si reca sul posto della rapina insieme alla polizia,dopo un quarto d’ora trova un pistola scarica e dei guanti da bidello e li porta ad esaminarli; li lascia per due giorni. Poi l’ispettore va in cerca di testimoni e trova il banchiere che aveva chiamato la polizia quella notte e gli fa un interrogatorio e grazie al banchiere si riesce a trovare un po’ di indizi. Si scopre che erano in quattro e dove si erano rifugiati i ladruncoli. I rapinatori dopo il colpo alla banca avevano progettato di farne un altro ad un bar di Monza. La polizia facendo delle ricerche al computer, trova gli identikit dei “manigoldi”, poi trovano una casa abbandonata e facendo un controllo ipotizzano che i rapinatori si fossero rifugiati lì. I poliziotti si guardano intorno ma non c’era anima viva . Entrano dentro la casa e non trovano nulla. I rapinatori si erano nascosti dietro a dei grossi massi e li chiusero dentro spargendo della benzina. I poliziotti intanto, chiamano i rinforzi. I rapinatori, sentendo la sirena, scappano. I poliziotti sopraggiunti tirano fuori i colleghi rinchiusi e, tutti insieme inseguono i “manigoldi” per un bel pezzo. I manigoldi provano a raggiungere l’aeroporto, ma la polizia gli va incontro, fa sbandare l’auto e questa si ribalta. I poliziotti li tirano fuori e li arrestano. Li portano in tribunale e vengono condannati a 40 anni di carcere e ai lavori forzati.
Si festeggiò la cattura dei “manigoldi pagliacci” e al detective fu data una promozione.

 

R. Costadoni - L. Cacchione - F. Landolina - 3^ B

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