27/03/2008

La TV è un passatempo a cui ormai si è abituati, ma bisogna stare attenti a non confonderla con la realtà. Questo è quello che era capitato a Jason, un bambino di nove anni che viveva in una cittadina di montagna. Jason aveva un sogno: lavorare in TV. Pensava che il mondo televisivo fosse stupendo, che lì fosse tutto perfetto e che andasse tutto bene. Un pomeriggio di giugno, mentre era in salotto disteso sul divano, accadde qualcosa di magico: in TV trasmettevano il suo programma preferito e lui pensava a quanto avrebbe desiderato essere il protagonista di quel telefilm, quando all’improvviso venne risucchiato da un vortice che lo portò all’interno della TV. In pochi attimi si ritrovò all’interno del telefilm a recitare come protagonista. Jason non ci credeva pensava che fosse un sogno, ma quando comprese che era davvero finito in televisione, svenne. Venne nuovamente risucchiato dal vortice che lo portò in un programma musicale dove aveva la possiblità di condurre e presentare i sui cantanti preferiti. Questo “gioco” gli piaceva, stava finalmente realizzando il suo sogno. I suoi viaggi da un programma all’altro continuavano, ma a un certo punto si stufò; non gli piaceva più quel sogno. La televisione non era quel mondo magnifico che pensava, c’erano troppe regole da rispettare. Jason voleva assolutamente ritornare a casa, ma non poteva. Dopo altri tre“viaggi”, Jason si rese conto che la TV è un meccanismo molto più complesso di quanto potesse immaginare e soprattutto non le si deve dare troppa credibilità, perché può indurre alla perdita del senso della realtà. Il vortice, poi, lo risucchiò per l’ennesima volta, trasportandolo finalmente a casa.