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La tragica notte

27/03/2008



Era il 24/12/1999, vigilia di Natale.
Tutti i parenti della signora Caterina D’ Annunzio erano radunati insieme all’anziana e ricca signora in una grande villa comprendente il giardino e numerose piante aghifoglie molto alte ricche di pigne.
Oltre a festeggiare l’ importanza di quel giorno che precedeva il Natale, erano tutti insieme per consumare un grande cena, in onore del 100° compleanno della signora, vedova D’Annunzio.
I familiari continuavano ad arrivare e l’ anziana era sempre più felice: non ci poteva credere che tutto quel cibo, i regali, i nuovi mobili, una grande tavolata e la presenza dei parenti fossero tutti per lei!
Iniziarono a mangiare.
I camerieri, così, dopo l’ ordine del capofamiglia, cominciarono a portare un ricco e invitante antipasto, dei primi piatti favolosi e squisiti.
Ma nel frattempo, la nuora di Caterina (che si chiamava Matilde), si assentò un momento e andò in cucina con la scusa di lavare il bicchiere della festeggiata dato che era sporco, e all’ interno di quest’ultimo vi sciolse una pastiglia e riportò il bicchiere alla suocera, come se non fosse successo niente.
Così continuarono a mangiare e festeggiare con grande tranquillità l’ importanza dell’ evento.
Dopo aver terminato la cena, Caterina iniziò a scartare i regali con l’aiuto del suo unico figlio maschio, dato che la vecchiaia si faceva sentire.
Ma d’altronde la signora, aveva sempre cento anni!
Era appena scattata la mezzanotte, l’orologio a pendolo suonò, e la signora Caterina D’Annunzio, dopo aver bevuto nel suo bicchiere si sentì male.
Un gran dolore alla pancia e allo sterno.
Il parente che aveva sciolto la pastiglia con cui sapeva di far soffrire e in seguito morire la signora, fece finta di essere terrorizzata e preoccupata, ma invece era felice.
Così rubò velocemente e di nascosto dagli altri dalla tasca di Caterina il numero segreto con cui si poteva aprire la cassaforte contenente tantissimi soldi, mentre tutti gli altri familiari annunciavano la dolorosa morte sofferta di Caterina D’Annunzio.
Dato che nessuno era entrato o uscito dalla villa, i parenti cercarono di risolvere il caso, calandosi nel ruolo di detective.
Analizzarono l’interno del bicchiere, ma qui non vi era nessuna traccia che potesse portare alla scoperta del colpevole.
Matilde, intanto cercava di aprire la cassaforte, ma quest’ultima non si apriva, così cercò più volte di aprirla, senza essere scoperta.
I familiari, che sapevano che il numero della cassaforte era sempre nelle tasche della festeggiata, non lo trovarono più e così si spaventarono.
Si recarono in camera da letto e trovarono Matilde che, girata di spalle, continuava ad inserire i numeri per aprire la cassaforte e non si accorse della presenza dei parenti.
Gli altri, facendo tutto con grande silenzio, chiamarono immediatamente i carabinieri che arrivarono subito, assistendo in diretta alla tentata rapina.
Matilde riuscì ad aprire la cassaforte, ma i carabinieri furono subito pronti a fermarla , metterle le manette e portarla in galera.
I parenti erano disperati della morte di Caterina, ma anche felici, perchè erano riusciti a risalire al colpevole attraverso un valoroso indizio: il codice segreto.
Non bisogna essere per forza degli investigatori per risolvere i casi, ma basta fare attenzione ai piccole tracce lasciate dal colpevole.


di
Venosa Alessandro
Stallone Tatiana
Sorrentino Daniela
Roncoroni Elena

1^ N - S.M.S. ”Luini-Falcone” - Rozzano (MI)