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Il duplice delitto

27/03/2008



Era l’ultima gara della stagione agonistica di Formula 1, in Canada. Tutti i piloti erano sulla griglia di partenza. I motori delle vetture erano accesi ed emettevano un gran rumore, la temperatura dell’asfalto era molto alta, superava i 50° e l’umidità era al 70%. Le tribune erano in delirio: tendevano striscioni di incitamento ai piloti e bandiere rappresentanti le nazionalità dei guidatori delle monoposto. Dopo pochi minuti, partirono per il giro di ricognizione e, così, ripresero i posti conquistati durante le qualifiche effettuatesi nei giorni precedenti; erano pronti per la partenza. Ad assistere alla gara vi era un gruppo ristretto di attori famosi che ormai avevano già fatto la loro carriera ”girando” diversi film (anche a Hollywood), che a quei tempi, avevano ottenuto molto successo. Anche loro, come i fan dei diversi piloti, erano radunati per tifare il proprio idolo. Mancava pochissimo alla partenza.
I meccanici e gli assistenti alle vetture si allontanarono dalla griglia di partenza; quando i semafori divennero verdi si diede inizio alla gara.
La partenza fu disastrosa: tre vetture, appena partite, uscirono immediatamente dal circuito per un grave tamponamento. La gara comprendeva 74 giri e ognuno era lungo 1.200 metri.
Al 22° giro, questi i cinque di testa:
· 1° James Growling (Inglese)
· 2° Andrea Rimpatelli (Italiano)
· 3° David Srinrt (Tedesco)
· 4° Éric Trainee (Francese)
· 5° Rich Coach (Australian

Ormai si era quasi a metà gara e James Growling aveva un distacco di circa 9 sec. sul secondo,l’italiano Andrea Rimpatelli. Ma ad un tratto, accadde un fatto che fece sospendere la gara: la macchina del pilota che era in prima posizione scoppiò e James rimase vittima dell’incendio che avvolse subito la vettura.
Per far luce su quel tragico e apparente incidente furono chiamati detective da tutto il mondo.
Provarono a cercare degli indizi per risalire al colpevole: perlustrarono tutta la vettura, se pur bruciata. Dopo accurati e sofisticati rilevamenti il detective Pèter Dertyt trovò, vicino al volante, un biglietto che nonostante lo scoppio era rimasto quasi intatto e quindi leggibile, almeno in parte.
Vi era la seguente frase: “Otnetta è’c anu abmob len oiotabres. Ocnarf Atera.”. In un primo momento, il detective, rimase perplesso leggendola, perché non aveva alcun senso. Successivamente, mostrò il piccolo biglietto agli altri investigatori, che anche loro, sempre con aria perplessa, risposero che non riuscivano a decifrare la misteriosa frase.
Involontariamente a Pèter cadde di mano il biglietto e così, riuscirono a decifrare la frase leggendola al contrario. La frase ”Otnetta è’c anu abmob len oiotabres. E’ otats Ocnarf Atera. Otamrif: nu ocima” significava “Attento c’è una bomba nel serbatoio. É stato Franco Areta. Firmato: un amico”. Così chiamarono la centrale più vicina dell’ FBI in Canada e fecero arrestare il colpevole, Franco Areta era stato tradito dal falso amico che mise nella macchina del pilota il biglietto. Felici per aver risolto il caso e, vista la giornata molto calda, andarono all’esterno del circuito dove vi era un piccolo baracchino e qui trovarono, all’entrata, un attore (che faceva parte di quel piccolo gruppetto sulle tribune), morto.
Di primo impatto, i detective non riuscirono ad identificare l’arma del delitto, giacché non era evidente, visto che l’attore non era stato né pugnalato, né sparato. Nel bar, lì vicino, gli investigatori trovarono un bicchiere che era su uno dei pochi tavoli; questo bicchiere aveva un aspetto strano: infatti, al suo interno c’era una sostanza verdastra. Dopo l’esame in laboratorio risultò che all’interno del bicchiere vi era un residuo di veleno.
Dopo circa dieci minuti, arrivò il proprietario con in mano un sacchetto bianco e lungo.
I detective, chiesero cosa dovesse fare con quel sacchetto e il signore rispose che lo utilizzava per mettervi la
Alessandro Venosa - Davide Pistillo - 1^ N

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