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Doppio delitto

10/10/2013





Il 22 settembre, nell’ospedale “Scrubs”, ci fu un terribile delitto.

La signora Risico venne uccisa. Era sera, precisamente le 22:30, nel bagno delle donne.
Nessuno si accorse di niente fino alla mattina dopo, quando fu rinvenuto il cadavere.
La scena del delitto era confusa, l’unica cosa certa era il cadavere.
La donna era distesa a terra, con la schiena appoggiata alla parete, aveva una mano in tasca in cui teneva un telefono cellulare; l’ultima chiamata risaliva alle 22:29.
Il numero chiamato era molto strano: 7415369*321478963*7415963*32147896*7412365*32147896*14789*2580*
Non apparteneva a nessuno eppure la donna l’aveva chiamato poco prima di morire.


Il commissario provò a chiamare il numero e risultò, come previsto, inesistente, non sapeva come regolarsi e che misure di sicurezza prendere.


Era il 23 settembre, 23:02, un altro delitto.
Sempre all’ospedale “Scrubs”, il giorno seguente all’omicidio della signora Risico, ce ne fu un altro: la vittima era il Signor Falco, un uomo sulla quarantina, barbuto e che dirigeva una ditta che produceva giochi in scatola. L’uomo era benestante, viveva con la moglie una villa in città.
Le vittime erano due, l’assassino era probabilmente lo stesso, poiché i due erano morti allo stesso modo.


Entrambi soffrivano di problemi al cuore e quindi usavano delle pastiglie in caso di attacchi di cuore; entrambi ne erano provvisti al rinvenimento del corpo.
L’assassino gli aveva semplicemente sostituito le pastiglie, poi il gioco era fatto, doveva solo attendere che a entrambi venisse un attacco di cuore, non serviva molto, bastava spaventarli e sarebbero morti, il tutto sarebbe avvenuto in pochi minuti, non all’istante.
Anche il Sig. Falco era morto tenendo in mano un telefono cellulare, l’ultimo numero chiamato era:

7415369*7412369*74123659*3214789*14789632*. Anch’esso era stato chiamato poco prima che la vittima morisse. I sospettati dell’omicidio erano per ora i parenti delle vittime.

Il commissario era alla ricerca di un collegamento fra i due omicidi. Ci volle un giorno e l’agente Di Pierro trovò il nesso: la Sig.ra Risico e il Sig. Falco erano amanti. Il Sig. Falco era sposato con una donna di 33 anni, Maria Gloria era il suo nome. Il Sig. Falco non aveva parenti diretti, solo la moglie. La Sig.ra Risico non era sposata, ma a quanto risultava dalle carte trovate a casa sua, era in procinto di sposarsi con Alessandro Maldi. La donna viveva con il fratello Marco che, essendosi da poco fidanzato, stava traslocando.

Marco non era in buoni rapporti con Nicolò Falco, per questo non era d’accordo che la sorella lo frequentasse. La moglie del Sig. Falco sapeva della relazione, così come Alessandro.

Tutti e tre avevano un valido movente e un alibi convincente, ma non inattaccabile. Alessandro si trovava in clinica al momento del primo delitto, ma durante il secondo era fuori città. Marco non aveva alibi per il primo delitto, mentre durante il secondo sì, era sul treno per andare a trovare sua madre. Maria si trovava in clinica durante i delitti, poichè lavorava lì.


 


 

Il commissario prese il telefono per chiamare sua moglie e avvertirla che quella sera avrebbe fatto tardi, casualmente notò che i numeri formavano delle lettere. La prima serie di numeri costituiva la parola “Moropoli”, la seconda formava la parola “Marco”. Il commissario accusò MARCO, perciò, di aver commesso il secondo delitto. Marco si difese dicendo di avere un alibi e che se l’assassino era lo stesso non poteva essere stato lui.

Il commissario, allora, cercò di capire il significato della prima serie di numeri. Arrivato a casa vide suo figlio giocare proprio con il monopoli e gli disse: "sono belli i giochi in scatola". In quel momento ebbe l’illuminazione... il sig. Falco vendeva giochi in scatola e Monopoli era un gioco in scatola.

Il Sig. Falco aveva anche un movente per uccidere la sua amante: ella si sarebbe sposata, lasciandolo. Tutto, però, lasciava supporre che fosse stata la Sig.ra Maria, poichè presente in entrambi i delitti; anch’ella aveva un valido movente. A quel punto, Marco ammise di aver visto il Sig. Falco uccidere la sorella: aveva sostituito le pastiglie per il cuore con altre, provocandone la morte.

E poi, durante la notte, Marco premeditò l’omicidio del Sig. Falco: sarebbe morto alla stessa maniera, la sera seguente. Confessò tutto al commissario. Il 23 settembre Marco aveva preso il treno delle 22.00, non proseguì il viaggio, scese alla fermata successiva, si recò in clinica, il Sig. Falcone era in bagno, lasciando come al solito le pastiglie sul comodino; fu facile, quindi, sostituirle, così come Falco aveva fatto con sua sorella.

Aveva ripreso, quindi, il treno, e si recò realmente a casa di sua madre, la trovò addormentata, passò lì la notte e la mattina seguente la mamma trovandolo in casa, gli fornì l’alibi perfetto.

La confessione di Marco scagionò del tutto Maria Gloria che, apparentemente, sembrava proprio l’unica indiziata, poichè in qualità di infermiera aveva accesso a tutte le stanze.

Il commissario archiviò il caso, ma solo grazie alla confessione di Marco.


 


 

 

 

E. D’Amato - N. Marano - M. Mosca - M. Monaco_classe 3^ B

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