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Istinto vendicatico

27/03/2008


di
Jhon Cena - Jonny - The big Boo - Skilla - Uga

A Los Angeles accadevano molti crimini e i giudici erano molto impegnati nei processi dei colpevoli. Anche il detective Smith, il più abile della città, era occupato nella risoluzione di parecchi casi, questo perché era dotato di una grande capacità logica.
In quei giorni si stava occupando di un caso particolare: il delitto del famoso giudice Max Carter.

Smith cominciò ad indagare interrogando le persone presenti nel tribunale al momento del delitto, non ricavando nessuna informazione utile, proseguì al recupero di eventuali indizi presenti nella camera dove era stato rinvenuto il corpo della vittima. L’attenzione dell’investigatore fu colpita da un bicchiere rovesciato con dentro qualche goccia di un liquido diverso dall’acqua di colore giallastro che, esaminato dalla scientifica, si scoprì essere un medicinale disciolto con della cicuta, inoltre, sul bicchiere c’erano due diverse impronte digitali: quelle del giudice e quelle di un’altra persona, che probabilmente gli aveva portato il bicchiere col medicinale, questa persona era l’assistente del giudice John; si pensò che il colpevole fosse lui e quindi fu rinchiuso in galera.
Il detective Smith, non convinto del movente che non era stato trovato, continuò ad indagare nonostante il caso fosse stato considerato chiuso.

Qundi, Smith interrogò il presunto colpevole che confessò di essere innocente, dopo il detective riguardò la camera dove era stato ucciso il giudice: per terra in un angolo Smith trovò un orecchino beige che si confondeva con il colore del pavimento. Decise allora di portarlo alla scientifica, che il giorno seguente, scoprì che era un orecchino tipico dei carcerati della prigione di Los Angeles. Smith continuò le sue indagini andando alla prigione e controllando gli ultimi detenuti reclusi dal giudice Max Carter ora in libertà: non ne trovò molti. Fece allora delle indagini su quei pochi detenuti. Philip, uno di questi, era un criminale di professione molto vendicativo; Sam, era un ladro e Sonny un killer.

Per l’ennesima volta Smith andò al tribunale per frugare nelle altre stanze, poi, casualmente, passò davanti alla camera del delitto e notò con la coda dell’occhio un’ombra scendere dalla finestra. Smith corse subito ad affacciarsi alla finestra ma ormai non si vedeva più nessuno, sicuramente era il colpevole, altrimenti sarebbe uscito più tranquillamente e dal portone centrale. Smith cercò di ricordarsi come fosse la camera prima dell’intrusione, in quel preciso istante si accorse che mancava il cellulare della vittima, non l’avevano controllato per cui doveva essere una prova molto importante se il colpevole l’aveva preso. Continuò il suo ragionamento andando prima a controllare il punto dove il ladro sconosciuto dopo essersi buttato dalla finestra. Visto che c’era del fango erano no rimaste le impronte delle scarpa, nonchè il percorso che quell’intruso aveva fatto. Smith seguì il tracciato per un bel pezzo, ma alla fine giunse in un vicolo cieco molto tenebroso, nonostante il buio però, intravide una porta arrugginita: con un colpo deciso riuscì ad abbatterla. Fortunatamente non c’era nessuno e il detective cominciò a indagare, ritrovò gli scarponi sporchi, una bottiglietta con del veleno, il cellulare del giudice che, come ultimo numero di chiamata aveva quello di “casa” e un ritaglio di giornale con su questo titolo: “Il giudice Max Carter esegue la sua centesima sentenza” e sotto c’erano delle informazioni su come era avvenuta la sentenza di Philip, uno degli ex detenuti a Los Angeles. Smith capì tutto e aspettò il colpevole.
Mezz’ora dopo sentì il rumore della porta aprirsi e chiudersi, appena Smith vide il volto di Philip gli mostrò le prove e gli chiarì il movente. Philip non potè fare altro che confessare. Cominciò a parlare: dopo essere stato condannato, aveva giurato di fargliela pagare. Appena uscito di prigione Philip aveva solo l’intenzione d
Jhon Cena - Jonny - The big Boo - Skilla - Uga

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